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domenica 6 aprile 2014

Ecstasy (o DMMA)


  I consumatori di ecstasy - ovvero i “raver”, come si definiscono i partecipanti ai techno-party - sono in genere i giovani del ceto medio, poco appariscenti, disposti a spendere parecchio per il tempo libero. Nel consumo di sostanze analgesiche o eccitanti le femmine in Germania e Svizzera hanno già superato i maschi e nel consumo di sostanze illegali, quali ad esempio l’ecstasy, li hanno quasi raggiunti. In Italia il maggior consumo avviene in Lombardia e nel Veneto. Dove in Europa si è tentato di arginare il fenomeno con la repressione, si è avuto l’effetto contrario, con problemi che vanno dalla mancanza del “corpus delicti” alla impossibilità di controllare la produzione, in quanto le sostanze che compongono l’ecstasy sono facilmente reperibili; tutto ciò a prova che la via da seguire è un’altra. Per qualcuno sembra che l’uso dell’ecstasy non possa essere impedito, per cui in primo luogo sia necessario limitare i suoi rischi: è questa la politica scelta dai Paesi Bassi, paese che ha scelto da tempo la via della legalizzazione delle droghe pesanti. Ma legalizzare significa per lo stato riconoscere la propria sconfitta di fronte a tutto il fenomeno droga, farsi promotore di morte per sconfiggere la morte. Un ulteriore problema è nel tipo di dosaggio delle sostanze che entrano a far parte dell’ecstasy e che essendo spesso prodotte clandestinamente, variano enormemente con tutti gli effetti collaterali a cui un dosaggio errato può condurre., anche se i casi di overdose sono quasi inesistenti. In Europa i massimi produttori sarebbero la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Polonia e gli Stati del Baltico.

 Storia dell’ecstasy
 L’MDMA venne brevettata già nel 1913 dalla compagnia tedesca Merck, forse come pillola dimagrante, poi abbandonata a causa dei suoi effetti collaterali. Ritornò alla luce nel 1953, quando l’esercito americano provò una serie di droghe per applicazioni militari (le dicerie dicono come siero della verità). Il padre dell’MDMA  è Alexander Shulgin, un biochimico americano, inventore tra l’altro di un famoso insetticida, che la sperimentò su di sè e su un gruppo ristretto di amici. Si presenta come un tipo aperto, che non cerca di fare proselitismo e, grazie alle sue conoscenze, continua tuttora indisturbato (anzi con la piena approvazione del governo americano) le sue ricerche. Un certo numero di esperimentatori psicoterapeuti parla dell’Ecstasy con entusiasmo, come di farmaco benefico. Nel 1984 questa droga era legale negli Stati Uniti e veniva usata ampiamente dagli studenti. Nel 1985 i mass media sollevano la questione attorno all’ecstasy e la Dea, l’agenzia federale antidroga americana, ne proibisce l’uso per un anno per decidere quale atteggiamento adottare nei confronti di questa droga, nell’attesa di ulteriori studi su di essa. Si apre un contenzioso giuridico-medico attorno a questa sostanza, contenzioso che è tuttora in atto in quanto non è ancora provato che l’uso farmaceutico del prodotto crei danni. Dal 1985 anche l’Icpo (ne fanno parte i paesi firmatari della Convenzione internazionale sulle sostanze psicotrope) delle Nazioni Unite mette al bando l’Estasi. Il numero di consumatori cala per un breve periodo, ma la creazione dei laboratori clandestini e la distribuzione del prodotto attraverso la rete criminale ne ampia nuovamente l’uso, spesso in accoppiamento ad altre sostanze. Nel 1991, dapprima attraverso i D.J. inglesi, l’ecstasy entra prepotentemente nelle discoteche di tutta Europa. La repressione porta la criminalità a creare nuove pastiglie che vengono vendute a prezzi inferiori come Ecstasy, anche se il miscuglio cambia leggermente nei dosaggi e nel colore, aggravando la situazione.

Cosa fa e come agisce l’Ecstasi
 Gli effetti sono molto vari: si ha una perdita della nozione di tempo con una maggiore riuscita nelle relazioni con le altre persone, si ha un sollievo della tensione muscolare e si è sciolti dalle paure, secondo i terapeuti si è persino in grado di affrontare dei ricordi traumatici senza terrore. Questo quando la sostanza viene assunta in dosi precise e sotto controllo del terapeuta, in un clima appropriato. La combinazione della sostanza con la musica e il ballo produce invece uno stato euforico simile alla trance, forse uguale a quello provato in rituali tribali o durante alcune cerimonie religiose. Sembra comunque che gli effetti collaterali non siano superiori a quelli provocati dalle anfetamine e dagli psichedelici. Ma l’Ecstasy non è per tutti: in qualcuno ha l’effetto contrario: depressioni, mal di testa, secchezza delle fauci, tensioni. Per quasi tutti vi è perdita di appetenza. In chi ne prolunga l’uso, possono apparire tic nervosi, nausea, crampi, emicranie. In tutti crea anche una maggior capacità di rapportarsi con gli altri, ma spesso l’MDMA viene sostituita con l’MDA (il cui effetto ha maggior durata: 8-12 ore contro le 4-6 dell’MDMA) o con l’MDEA (chiamata comunemente “Eve”), che hanno gli stessi effetti, ma non provocano nessun bisogno di rapporto con gli altri. Alcuni prendono l’Ecstasy insieme a LSD, in quanto sembra che una volta che il “viaggio” ha preso un andamento positivo previene “brutti viaggi” conseguenti l’LSD o insieme al 2-CB, una sostanza piuttosto simile all’LSD, ma che dura la metà del tempo. Tra i surrogati dell’Ecstasy esistono delle combinazioni vegetali propinate come sicure, ma in realtà più velenose della stessa Ecstasy e con effetti anfetaminici (tranne per l’efedra, dalla quale viene estratta l’efedrina, che fa sudare, provare i brividi sulla pelle ed è generalmente afrodisiaco). A livello medico l’Ecstasy agisce su un elemento chimico “neurotrasmettitore” del cervello, chiamato “5HT” o “serotonina” che influenza i nostri stati d’animo, esattamente come la adrenalina fa per l’attività fisica. La serotonina fa parte di una serie di neurotrasmettitori che bloccano o permettono il passaggio delle informazioni tra le cellule cerebrali. L’MDMA causa un rilascio di serotonina, aumentandone il livello al di sopra di quello normale, producendo un cambio di umore. Interessa anche aspetti del sistema di controllo corporeo quali la pressione sanguigna e la frequenza del battito cardiaco e, in misura più importante, la temperatura corporea. E’ l’aumento di questa in discoteche affollate la causa dei morti che si sono finora registrati. Le dicerie intorno a questa droga sul suo potere sessuale, sono false, in quanto la maggioranza di coloro che ne fanno uso hanno invece avuto l’effetto contrario. Generalmente viene eliminata la carica sessuale e si entra in relazione in modo intimo (senza alcun rapporto!) con chi ci circonda, maschi e femmine: è questo che ha fatto a volte dire che l’Ecstasy porterebbe anche all’omosessualità.

 Pericoli dell’Ecstasy
 A seguito di surriscaldamento corporeo creato dell’ambiente vi può essere il decesso, in quanto il singolo non si accorge di questo e si sa che al di sopra dei 42 gradi corporei il nostro sangue inizia a formare grumi che si attaccano alle pareti arteriose. Questo può capitare anche a temperature inferiori, ma  attraverso il coagulante che abbiamo nel sangue tutto torna normale. Sopra i 42 gradi l’emorragia è inarrestabile e la situazione peggiora dall’alta pressione provocata dall’effetto anfetaminico dell’MDMA e dall’attività fisica. Chi poi ha già problemi in questo senso è maggiormente a rischio. Si pensa anche (ma gli studi sono in atto) che l’Ecstasy assieme all’alcol possa essere molto dannosa per reni e fegato e possa portare a epatite o itterizia.. Ma uno dei peggiori timori è che l’Ecstasy possa creare danni cerebrali permanenti senza che i consumatori se ne possano accorgere. Secondo alcuni studiosi la sostanza distruggerebbe terminazioni neurali o sinapsi e col tempo i consumatori diverrebbero affetti da demenza senile, con perdita di memoria. Secondo gli studi americani su quindici anni di uso della sostanza sotto controllo non ci sono dati relativi a questo. Unico dato certo, ricavato dagli studi sui topi, è che dosi massicce di Ecstasy o accoppiamenti di questa sostanza con alcolici o droghe possa danneggiare le cellule cerebrali o, nel migliore dei casi, alterare la serotonina con periodi di almeno 18 mesi prima che l’organismo li riequilibri nuovamente, periodo dove l’individuo potrebbe essere soggetto a visioni, depressioni e altri sintomi anche senza l’uso della droga in questione. Una dose eccessiva prolungata nel tempo, può condurre a paranoia e depressione o spingere ad uno stato di apatia di fronte al mondo e alla propria vita. Per chi invece è già nevrotico l’Ecstasy crea una situazione drammatica. Un altro effetto è il senso di affaticamento quando l’effetto finisce. A livello sociale la mancanza di inibizioni conseguente all’uso dell’Ecstasy può portare a dire cose che non si sarebbero mai volute dire, ad innamorarsi di chi sta accanto in quel momento, a dire chiaramente al proprio partner cose sul proprio o sul suo conto che non si sarebbero mai volute dire, creando altri danni irreparabili.
  
Cos’è l’Ecstasy e da dove viene
 L’ecstasy in chimica si chiama MDMA o per dare il nome completo “3,4 metildiossi-N-metilanfetamina”. Per un chimico il nome descrive la composizione della molecola. La parola “metil” viene a volte abbreviata in “met” e la lettera “N” e i numeri “3,4” omessi, lasciando il più comune “MetileneDiossiMetilAnfetamina” (I “3,4”, indicano la maniera in cui i componenti la molecola sono legati assieme, poichè è possibile produrre un isomero con gli stessi componenti uniti diversamente). Alla stessa maniera le iniziali vengono a volte ridotte a MDMA, anche se ciò è antiquato e, naturalmente, ci sono i vari nomi “di strada”, quali E, adam, X, o empathy. Il composto non è un miscuglio di componenti, ma come l’acqua, è una sostanza pura, non una mistura. Quindi anche se il nome contiene la parola “anfetamina” e la legge si riferisce all’MDMA come “anfetamina psichedelica”, l’MDMA non contiene anfetamina. Gli effetti anfetaminici possono essere legati al rilascio di dopamina. Comunque, quello che viene venduto come ecstasy è molto spesso MDA (3,4, MetileneDiossiAnfetamina) o MDEA (3,4, MetileneDiossiEtilAnfetamina), anche conosciuta come MDE o eve. Anche queste sono sostanze pure.

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