I
consumatori di ecstasy - ovvero i “raver”, come si definiscono i
partecipanti ai techno-party - sono in genere i giovani del ceto medio, poco
appariscenti, disposti a spendere parecchio per il tempo libero. Nel consumo di
sostanze analgesiche o eccitanti le femmine in Germania e Svizzera hanno già
superato i maschi e nel consumo di sostanze illegali, quali ad esempio l’ecstasy,
li hanno quasi raggiunti. In Italia il maggior consumo avviene in Lombardia e
nel Veneto. Dove in Europa si è tentato di arginare il fenomeno con la
repressione, si è avuto l’effetto contrario, con problemi che vanno dalla
mancanza del “corpus delicti”
alla impossibilità di controllare la produzione, in quanto le sostanze che
compongono l’ecstasy sono facilmente reperibili; tutto ciò a prova che la via
da seguire è un’altra. Per qualcuno sembra che l’uso dell’ecstasy non
possa essere impedito, per cui in primo luogo sia necessario limitare i suoi
rischi: è questa la politica scelta dai Paesi Bassi, paese che ha scelto da
tempo la via della legalizzazione delle droghe pesanti. Ma legalizzare significa
per lo stato riconoscere la propria sconfitta di fronte a tutto il fenomeno
droga, farsi promotore di morte per sconfiggere la morte. Un ulteriore problema
è nel tipo di dosaggio delle sostanze che entrano a far parte dell’ecstasy e
che essendo spesso prodotte clandestinamente, variano enormemente con tutti gli
effetti collaterali a cui un dosaggio errato può condurre., anche se i casi di
overdose sono quasi inesistenti. In Europa i massimi produttori sarebbero la
Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Polonia e gli Stati del Baltico.
Storia
dell’ecstasy
L’MDMA
venne brevettata già nel 1913 dalla compagnia tedesca Merck, forse come pillola
dimagrante, poi abbandonata a causa dei suoi effetti collaterali. Ritornò alla
luce nel 1953, quando l’esercito americano provò una serie di droghe per
applicazioni militari (le dicerie dicono come siero della verità). Il padre
dell’MDMA è Alexander Shulgin,
un biochimico americano, inventore tra l’altro di un famoso insetticida, che
la sperimentò su di sè e su un gruppo ristretto di amici. Si presenta come un
tipo aperto, che non cerca di fare proselitismo e, grazie alle sue conoscenze,
continua tuttora indisturbato (anzi con la piena approvazione del governo
americano) le sue ricerche. Un certo numero di esperimentatori psicoterapeuti
parla dell’Ecstasy con entusiasmo, come di farmaco benefico. Nel 1984 questa
droga era legale negli Stati Uniti e veniva usata ampiamente dagli studenti. Nel
1985 i mass media sollevano la questione attorno all’ecstasy e la Dea, l’agenzia
federale antidroga americana, ne proibisce l’uso per un anno per decidere
quale atteggiamento adottare nei confronti di questa droga, nell’attesa di
ulteriori studi su di essa. Si apre un contenzioso giuridico-medico attorno a
questa sostanza, contenzioso che è tuttora in atto in quanto non è ancora
provato che l’uso farmaceutico del prodotto crei danni. Dal 1985 anche l’Icpo
(ne fanno parte i paesi firmatari della Convenzione internazionale sulle
sostanze psicotrope) delle Nazioni Unite mette al bando l’Estasi. Il numero di
consumatori cala per un breve periodo, ma la creazione dei laboratori
clandestini e la distribuzione del prodotto attraverso la rete criminale ne
ampia nuovamente l’uso, spesso in accoppiamento ad altre sostanze. Nel 1991,
dapprima attraverso i D.J. inglesi, l’ecstasy entra prepotentemente nelle
discoteche di tutta Europa. La repressione porta la criminalità a creare nuove
pastiglie che vengono vendute a prezzi inferiori come Ecstasy, anche se il
miscuglio cambia leggermente nei dosaggi e nel colore, aggravando la situazione.
Cosa
fa e come agisce l’Ecstasi
Gli
effetti sono molto vari: si ha una perdita della nozione di tempo con una
maggiore riuscita nelle relazioni con le altre persone, si ha un sollievo della
tensione muscolare e si è sciolti dalle paure, secondo i terapeuti si è
persino in grado di affrontare dei ricordi traumatici senza terrore. Questo
quando la sostanza viene assunta in dosi precise e sotto controllo del
terapeuta, in un clima appropriato. La combinazione della sostanza con la musica
e il ballo produce invece uno stato euforico simile alla trance, forse uguale a
quello provato in rituali tribali o durante alcune cerimonie religiose. Sembra
comunque che gli effetti collaterali non siano superiori a quelli provocati
dalle anfetamine e dagli psichedelici. Ma l’Ecstasy non è per tutti: in
qualcuno ha l’effetto contrario: depressioni, mal di testa, secchezza delle
fauci, tensioni. Per quasi tutti vi è perdita di appetenza. In chi ne prolunga
l’uso, possono apparire tic nervosi, nausea, crampi, emicranie. In tutti crea
anche una maggior capacità di rapportarsi con gli altri, ma spesso l’MDMA
viene sostituita con l’MDA (il cui effetto ha maggior durata: 8-12 ore contro
le 4-6 dell’MDMA) o con l’MDEA (chiamata comunemente “Eve”), che hanno
gli stessi effetti, ma non provocano nessun bisogno di rapporto con gli altri.
Alcuni prendono l’Ecstasy insieme a LSD, in quanto sembra che una volta che il
“viaggio” ha preso un andamento positivo previene “brutti viaggi”
conseguenti l’LSD o insieme al 2-CB, una sostanza piuttosto simile all’LSD,
ma che dura la metà del tempo. Tra i surrogati dell’Ecstasy esistono delle
combinazioni vegetali propinate come sicure, ma in realtà più velenose della
stessa Ecstasy e con effetti anfetaminici (tranne per l’efedra, dalla quale
viene estratta l’efedrina, che fa sudare, provare i brividi sulla pelle ed è
generalmente afrodisiaco). A livello medico l’Ecstasy agisce su un elemento
chimico “neurotrasmettitore” del cervello, chiamato “5HT” o “serotonina”
che influenza i nostri stati d’animo, esattamente come la adrenalina fa per l’attività
fisica. La serotonina fa parte di una serie di neurotrasmettitori che bloccano o
permettono il passaggio delle informazioni tra le cellule cerebrali. L’MDMA
causa un rilascio di serotonina, aumentandone il livello al di sopra di quello
normale, producendo un cambio di umore. Interessa anche aspetti del sistema di
controllo corporeo quali la pressione sanguigna e la frequenza del battito
cardiaco e, in misura più importante, la temperatura corporea. E’ l’aumento
di questa in discoteche affollate la causa dei morti che si sono finora
registrati. Le dicerie intorno a questa droga sul suo potere sessuale, sono
false, in quanto la maggioranza di coloro che ne fanno uso hanno invece avuto l’effetto
contrario. Generalmente viene eliminata la carica sessuale e si entra in
relazione in modo intimo (senza alcun rapporto!) con chi ci circonda, maschi e
femmine: è questo che ha fatto a volte dire che l’Ecstasy porterebbe anche
all’omosessualità.
Pericoli
dell’Ecstasy
A
seguito di surriscaldamento corporeo creato dell’ambiente vi può essere il
decesso, in quanto il singolo non si accorge di questo e si sa che al di sopra
dei 42 gradi corporei il nostro sangue inizia a formare grumi che si attaccano
alle pareti arteriose. Questo può capitare anche a temperature inferiori, ma attraverso
il coagulante che abbiamo nel sangue tutto torna normale. Sopra i 42 gradi l’emorragia
è inarrestabile e la situazione peggiora dall’alta pressione provocata dall’effetto
anfetaminico dell’MDMA e dall’attività fisica. Chi poi ha già problemi in
questo senso è maggiormente a rischio. Si pensa anche (ma gli studi sono in
atto) che l’Ecstasy assieme all’alcol possa essere molto dannosa per reni e
fegato e possa portare a epatite o itterizia.. Ma uno dei peggiori timori è che
l’Ecstasy possa creare danni cerebrali permanenti senza che i consumatori se
ne possano accorgere. Secondo alcuni studiosi la sostanza distruggerebbe
terminazioni neurali o sinapsi e col tempo i consumatori diverrebbero affetti da
demenza senile, con perdita di memoria. Secondo gli studi americani su quindici
anni di uso della sostanza sotto controllo non ci sono dati relativi a questo.
Unico dato certo, ricavato dagli studi sui topi, è che dosi massicce di Ecstasy
o accoppiamenti di questa sostanza con alcolici o droghe possa danneggiare le
cellule cerebrali o, nel migliore dei casi, alterare la serotonina con periodi
di almeno 18 mesi prima che l’organismo li riequilibri nuovamente, periodo
dove l’individuo potrebbe essere soggetto a visioni, depressioni e altri
sintomi anche senza l’uso della droga in questione. Una dose eccessiva
prolungata nel tempo, può condurre a paranoia e depressione o spingere ad uno
stato di apatia di fronte al mondo e alla propria vita. Per chi invece è già
nevrotico l’Ecstasy crea una situazione drammatica. Un altro effetto è il
senso di affaticamento quando l’effetto finisce. A livello sociale la mancanza
di inibizioni conseguente all’uso dell’Ecstasy può portare a dire cose che
non si sarebbero mai volute dire, ad innamorarsi di chi sta accanto in quel
momento, a dire chiaramente al proprio partner cose sul proprio o sul suo conto
che non si sarebbero mai volute dire, creando altri danni irreparabili.
Cos’è
l’Ecstasy e da dove viene
L’ecstasy
in chimica si chiama MDMA o per dare il nome completo “3,4
metildiossi-N-metilanfetamina”. Per un chimico il nome descrive la
composizione della molecola. La parola “metil” viene a volte abbreviata in
“met” e la lettera “N” e i numeri “3,4” omessi, lasciando il più
comune “MetileneDiossiMetilAnfetamina” (I “3,4”, indicano la maniera in
cui i componenti la molecola sono legati assieme, poichè è possibile produrre
un isomero con gli stessi componenti
uniti diversamente). Alla stessa maniera le iniziali vengono a volte ridotte a
MDMA, anche se ciò è antiquato e, naturalmente, ci sono i vari nomi “di
strada”, quali E, adam, X, o empathy.
Il composto non è un miscuglio di componenti, ma come l’acqua, è una
sostanza pura, non una mistura. Quindi anche se il nome contiene la parola “anfetamina”
e la legge si riferisce all’MDMA come “anfetamina psichedelica”, l’MDMA
non contiene anfetamina. Gli effetti anfetaminici possono essere legati al
rilascio di dopamina. Comunque, quello che viene venduto come ecstasy è molto
spesso MDA (3,4, MetileneDiossiAnfetamina) o MDEA (3,4,
MetileneDiossiEtilAnfetamina), anche conosciuta come MDE o eve. Anche queste sono sostanze pure.
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