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martedì 1 aprile 2014

Le nuove teconologie: tra miracolistico e inutilità




Le nuove tecnologie in didattica: tra il miracolistico e l’inutilità.

Non parlare oggi di nuove tecnologie significa porsi al di fuori del contesto sociale, rifiutare il cambiamento nella convinzione che ciò che è andato bene per il passato potrà continuare ad andare bene anche per il futuro. D’altro canto pure parlarne crea equivoci e aspettative non indifferenti che spaziano da chi ritiene “sorpassata” l’epoca del libro e aperta una nuova strada ancora tutta da esplorare o inventare a chi ritiene “contestualizzata” la scelta dell’utilizzo di nuove tecnologie al solo “apporto strumentale” a ciò che già esiste. In mezzo ci stanno i “pionieri”, coloro che attraverso la sperimentazione giorno per giorno provano sulla propria pelle ad utilizzare gli strumenti nel contesto concreto, adattando e riprogettando ogni volta l’intervento educativo, spesso con grosse differenze tra le aspettative suffragate da molteplici teorie dell’apprendimento e i risultati reali. Potrei qui parlare a lungo di queste teorie e di ricerche effettuate (sulla cui completa attendibilità ho qualche piccolo dubbio), potrei proseguire con citazioni, ma non è il mio scopo. Io mi considero un pioniere e voglio solo descrivere la mia esperienza. Sono partito come molti utilizzando le tecnologie nel LABORATORIO di informatica, con CD dedicati o programmini di integrazione all’italiano e alla matematica, con qualche ricerca su Internet sull’unico computer collegato in analogico (e proteste della dirigenza per le spese di telefono che lievitavano), con lavoretti sul word o sul Paint. Insomma utilizzando le tecnologie “saltuariamente”, una volta la settimana, come uno strumento in più alla didattica in classe, scandita dalla programmazione.
Il primo salto di qualità l’ho fatto quando ho capito che mai la scuola come struttura mi avrebbe dato ciò di cui avevo bisogno e poiché per me gli alunni sono a livello educativo come dei figli, ho deciso di spendere parte del mio stipendio per acquistare un proiettore. Con un portatile, un po’ di lavoro a casa e il proiettore ho iniziato ad utilizzare le nuove tecnologie in classe, convinto che sarebbe bastato a rendere le lezioni più coinvolgenti e incisive. Insomma quello che un insegnate oggi pensa quando gli arriva in classe la fatidica LIM. E così è stato all’inizio, il fattore NOVITA’ ha alzato il livello di attenzione e coinvolgimento degli alunni dando nuovi stimoli. PECCATO CHE QUANDO MI SONO TROVATO A VERIFICARE se l’utilizzo massiccio in classe delle nuove tecnologie avesse contribuito ad alzare il livello delle competenze, ho fatto la prima scoperta: QUELLI CHE PIU’ AVEVANO BENEFICIATO DEGLI INTERVENTI ERANO I PIU’ BRAVI. Anche il fattore “novità”, mentre negli alunni più bravi continuava a durare e a provocare un loro maggior coinvolgimento, negli alunni  con problemi dopo la terza volta era già finito e si ponevano davanti allo schermo come ci si pone in quei momenti di minor controllo, giocherellando e chiacchierando di nascosto.  Il chiamare su computer ad eseguire delle cose visibili a tutti, anche se si trattava di giochi o facili attività, era per loro un vero martirio o un momento per avere l’attenzione e fare gli sciocchi.  Ero io con il mio metodo che non funzionavo o gli alunni?
Questo ha provocato in me la “terza fase”. Ho acquistato 7 portatili da distribuire nell’attività normale e nelle varie materie, a gruppi di tre alunni (si sono specializzati nell’avviarli e nel consegnarli), ho iniziato a studiare sia in corsi di perfezionamento post-laurea, sia su internet, sia in corsi locali presi tutti come opportunità, ho iniziato a sperimentare e a integrare con giochi di simulazione e esercitazioni mirate le nuove tecnologie. Ci sono stati fallimenti, frustrazioni, risultati insperati, moltissima inter-azione tra gli alunni, con i mezzi informatici e con la classe. Ho imparato che solo “facendo e sperimentando” le teorie sono situate in un contesto e che spesso quanto si impara va filtrato e adattato alla situazione, che nulla è da gettare, ma anche che nulla è il “toccasana” che risolve i problemi. In fin dei conti  LE NUOVE TECNOLOGIE DA SOLE NON RISOLVONO UN BEL NIENTE, è il com-patire con i tuoi alunni, la preparazione continua intellettuale e didattica, la sperimentazione, il sacrificio di tempo e soldi che fanno delle nuove tecnologie UN MIRACOLO. Chi da sempre ha dato corpo e anima alla scuola STUDIA E SPERIMENTA: nelle sue mani le nuove tecnologie diventano un’arma formidabile per la didattica. Chi si limita a svolgere un programma, avrà come risultato solo che i più bravi saranno anche i più bravi a utilizzare questo mezzo e nella classe si allargherà ancora di più il divario con gli alunni più in difficoltà. Per ora questo è il mio primo articolo ed evito di dire come uso oggi i computer e che cosa esattamente faccio. Se interesserà sarà il tema di un prossimo post “sperimentazioni e giochi di simulazione in classe”.

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